Trapianto di cellule mesenchimali: nuovi orizzonti
La terapia cellulare per il trattamento delle malattie autoimmuni è un campo in progressiva espansione. In questo studio, Wang et al. presentano i dati relativi a 5 anni di follow-up di una coorte di pz affetti da Lupus Eritematoso Sistemico sottoposti a trapianto di cellule mesenchimali.
Il Lupus Eritematoso Sistemico (SLE) è una malattia autoimmune sistemica che può colpire diversi organi, tra cui il rene, il polmone, la cute ed il sistema nervoso centrale. Il cardine della terapia è rappresentato dall’utilizzo di farmaci immunosoppressori in grado di ridurre l’attività del sistema immunitario. Tuttavia, nonostante molti progressi siano stati fatti in campo terapeutico, ancora oggi non tutti i pazienti rispondono in maniera adeguata al trattamento farmacologico, presentando progressione di malattia, con un notevole impatto in termini di sopravvivenza e morbilità.
Negli ultimi anni, il trapianto di midollo osseo, effettuato con lo scopo di riprogrammare la funzionalità del sistema immunitario, è stato tentato in pazienti con SLE refrattario alla terapia farmacologica. Nonostante la numerosità di pazienti e di trial clinici sia limitata, i dati ottenuti hanno identificato il TMO come un approccio efficace, seppur in sottogruppo selezionato di pazienti.
Tra le varie tipologie di TMO impiegate nel trattamento delle malattie autoimmuni, il trapianto di cellule mesenchimali (MSCT) si è dimostrato efficace nel trattare pazienti affetti da malattia di Sjogren, sclerosi sistemica e dermatomiosite/polimiosite.
In questo lavoro, Wang D. et al. presentano i risultati relativi all’andamento a lungo termine di un gruppo di pazienti con SLE e sottoposti a MSCT.
In questo studio sono stati arruolati 81 pazienti con SLE, tutti sottoposti a MSCT. La durata media di follow-up è di 6 anni (range 5-8 anni) e tutti i pazienti hanno raggiunto una durata minima di follow-up di 5 anni. Ventidue soggetti sono stati trattati con cellule mesenchimali (MSCs) allogeniche derivate da midollo osseo, mentre i restanti 59 pazienti sono stati trattati con MSCs derivate dal cordone ombelicale. Alcuni soggetti con MSCs midollari che hanno recidivato, hanno successivamente ricevuto almeno una successiva infusione di MSCs cordonali. Degli 81 pazienti trattati, 39 hanno ricevuto ciclofosfamide pre-trapianto a basse dosi mentre i restanti 42 non hanno ricevuto alcun trattamento.
A 5 anni di follow-up, la sopravvivenza era 84% con 8 soggetti deceduti o per infezioni/eventi avversi oppure per progressione di malattia. Il 34% dei pazienti (28/81) si è mantenuto in remissione completa o parziale a 5 anni dal trapianto; globalmente il 37 pazienti ha presentato remissione nel corso del follow-up, sebbene 9 soggetti siano successivamente recidivati prima dei 5 anni. In generale, tutti i pazienti hanno presentato una riduzione dell’attività clinica di malattia ed un miglioramento di alcuni indici biochimici come albumina e dosaggio del C3.
Dal punto di vista del danno d’organo, i pazienti sottoposti a MSCT hanno presentato un miglioramento della proteinuria ed una stabilizzazione della funzionalità renale. Sette degli 81 pazienti trattati hanno sviluppato successivamente nefrite lupica; 7 pazienti hanno necessitato di trattamento dialitico dopo l’infusione di MSCs. Per quanto riguarda gli altri sintomi, gli Auotri riportano un generale miglioramento delle manifestazioni della malattia e delle citopenie autoimmuni.
Per quanto riguarda la safety, 14 eventi avversi sono stati riportati, di cui 11 infettivi verificatosi sia in fase pre- che post-trapianto. Infine, la maggior parte dei pazienti necessitava ancora di una terapia farmacologica di mantenimento a 5 anni post-MSCT, sebbene, soprattutto per quello che riguarda gli steroidi, la maggior parte dei soggetti abbia presentato una significativa riduzione del quantitativo di farmaci immunosoppressori.
In questo lavoro, Wang D. et al. presentato i dati riguardanti il follow-up a 5 anni di una coorte di 81 pazienti affetti da Lupus Eritematoso Sistemico sottoposti a MSCT. In generale, la procedura si presenta sicura, con un tasso di sopravvivenza dell’84% a 5 anni e 14 eventi avversi. L’efficacia nell’indurre un miglioramento stabile è del 34% a 5 anni ed in generale tutti i pazienti presentano un miglioramento sia dal punto di vista clinico che biochimico.
L’utilizzo della terapia cellulare nel trattamento delle patologie autoimmuni ha visto negli ultimi anni una progressiva espansione. La maggior parte degli studi sono stati effettuati trapiantando soggetti non resistenti alla terapia con immunosoppressori con cellule staminali emopoietiche. Recentemente, il trapianto di cellule mesenchimali è stato proposto come alternativa terapeutica alle cellule staminali midollari, al fine di cercare di sfruttare le loro proprietà “immunomodulanti”. Questo lavoro presenta una nuova possibile strategia per il trattamento dello SLE, evidenziando come il trapianto di cellule mesenchimali sia una procedura sicura e capace di generare un miglioramento della patologia in circa un terzo dei soggetti trattati.
Wang D. et al. - A Long-Term Follow-Up Study of Allogeneic Mesenchymal Stem/Stromal Cell Transplantation in Patients with Drug-Resistant Systemic Lupus Erythematous - Stem Cell Reports (2018)