COVID-19 E CENTRO TRAPIANTI: SIAMO SUL TRENO GIUSTO? LE DIVERSE CARROZZE CONSIDERATE DA EBMT
Per Ljungman, Bone Marrow Transplantation, 2020, https://doi.org/10.1038/s41409-020-0919-0
La recensione del presente lavoro ha l’obiettivo di diffondere il più possibile una serie di indicazione per la presa in carico dei pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali ematopoietiche, dei donatori e dei pazienti sottoposti a terapia CAR-T cell in era COVID-19. Alcune parti sono state volutamente “integralmente tradotte” per facilitarne la lettura, mentre altri aspetti non considerati potranno essere approfonditi scaricando l’articolo dal link: https://www.nature.com/articles/s41409-020-0919-0
Un nuovo coronavirus chiamato SARS-CoV-2 di origine zoonotica, è emerso all'inizio di quest'anno e si è rapidamente diffuso in tutto il mondo causando la malattia chiamata Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). L'OMS, l’11 marzo 2020 ha classificato il COVID 19 come una pandemia, che ha un impatto molto importante sui sistemi sanitari. Infatti, in tutti i Paesi colpiti, viene segnalato un numero crescente di personale sanitario infetto. Molti paesi europei hanno imposto importanti restrizioni a riunioni, viaggi e vita quotidiana.
I fattori di rischio per lo sviluppo di manifestazioni gravi comprendono l'età e alcune condizioni predisponenti, come, per esempio, il cancro.
Il vero impatto sul trapianto di cellule staminali e sui destinatari delle cellule CAR-T non è noto. Tuttavia, l’European Society for Blood and Marrow Transplantation (EBMT) ha sviluppato raccomandazioni per i programmi di trapianto e per i medici che si occupano di questi pazienti. Queste linee guida sono state sviluppate da esperti del gruppo di lavoro sulle malattie infettive e approvate dal consiglio scientifico dell'EBMT.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di fornire le linee guida per i centri di trapianto, per la gestione dei pazienti candidati al trapianto e dei donatori durante la pandemia COVID-19.
Le raccomandazioni sviluppate comprendono diversi capitoli in cui sono riassunti gli aspetti principali per supportare medici e operatori sanitari nella gestione ottimale dei pazienti avviati ad un percorso di Trapianto di Cellule Staminali Ematopoietiche (TCSE) e per i pazienti sottoposti a terapia CAR-T cell.
COVID-19 - LINEE DI PREVENZIONE
L'infezione si è diffusa molto rapidamente nella popolazione di diversi Paesi. Il tempo dall'esposizione allo sviluppo dei sintomi è compreso tra 2 e 14 giorni (mediamente 5 giorni). I sintomi variano, possono essere assenti, molto lievi o molto gravi con conseguente necessità di terapia intensiva e morte per Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS). Sta diventando sempre più chiaro che gli individui asintomatici o lievemente sintomatici sono incisivi per la rapida diffusione dell'infezione nella popolazione. I rischi sia per le infezioni sia per le malattie gravi sembrano essere più bassi nei bambini. L'aumento dell'età e la presenza di comorbidità, quali ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete e malattie polmonari, sono fattori di rischio per malattia grave e mortalità. I pazienti, che sviluppano sintomi più gravi tra cui l'insufficienza respiratoria, spesso progrediscono durante la seconda settimana dopo l'inizio dei sintomi; si ritiene che ciò sia dovuto in gran parte a una reazione immunitaria che si sviluppa nelle vie aeree inferiori. Al momento non è chiaro se i pazienti che sono immunosoppressi sviluppino una diversa forma di malattia, sebbene alcune informazioni preliminari di casi precoci indichino che ciò può avvenire. Anche gli operatori sanitari sono a rischio di contrarre COVID-19.
Politiche e procedure di prevenzione
Evitare l'esposizione aderendo alle procedure igieniche raccomandate, l’isolamento delle persone con infezione da SARS-CoV-2 e la distanza sociale, in particolare per i gruppi a rischio, sono attualmente le principali strategie di prevenzione utilizzate nella maggior parte dei Paesi europei. Limitare l'esposizione del personale sanitario e mitigare le conseguenze psicologiche di condizioni di lavoro alterate e stressanti è un'altra priorità per garantire che rimangano disponibili capacità adeguate per prendersi cura dei pazienti a medio termine a lungo termine.
Personale
Il personale con qualsiasi sintomo di infezione dovrebbe rimanere a casa. Il test per SARS-CoV-2 è fortemente raccomandato poiché i sintomi possono essere atipici e molto lievi. Il ritorno al lavoro da parte del personale, che si è ripreso da COVID-19, dovrebbe seguire le linee guida nazionali, che di solito richiedono la risoluzione dei sintomi e due risultati negativi della PCR. È fondamentale la formazione del personale nelle procedure adeguate, compresa la cura delle persone con infezione sospetta o confermata, garantire un accesso adeguato ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) e pianificare un'eventuale carenza di personale. I DPI, in particolare le maschere, sono importanti per limitare la diffusione e ridurre il rischio che gli operatori sanitari vengano infettati. Le maschere chirurgiche proteggono principalmente per la trasmissione del virus da un individuo infetto, mentre alcune maschere della classe FFP2/3 (con valvola espiratoria) proteggono chi indossa la maschera ma potrebbero non impedire la trasmissione del virus. Una maschera FFP2/3 senza valvola di espirazione impedisce anche la trasmissione ed è una valida alternativa. Pertanto, la corretta selezione della maschera e l'uso corretto sono cruciali. Molti membri del personale lavorano per lunghe ore in circostanze estremamente stressanti e l'impatto emotivo e psicologico non deve essere sottovalutato. Dovrebbero essere previsti regolari briefing di gruppo e opportunità di parlare per prevenire il distress del personale.
Visite ambulatoriali e visitatori
Le visite ambulatoriali dovrebbero essere differite o sostituite con visite di telemedicina, se ritenute appropriate. Il personale dovrebbe preferibilmente essere dedicato a un'unità di trapianto libera da COVID-19 e non deve essere usato in modo intercambiabile per curare i pazienti positivi a COVID-19. È fondamentale utilizzare DPI adeguati come raccomandato dalle autorità nazionali e internazionali competenti. Nessun visitatore dovrebbe essere autorizzato ad accedere nelle unità di trapianto. Potrebbero esserci eccezioni per i genitori di bambini trapiantati; i test per SAR-CoV-2 devono quindi essere considerati prima di entrare nel reparto e potrebbero essere necessari test ripetuti. Devono essere identificati nuovi modi di lavorare e anche la comunicare con pazienti e famiglie dovrà subire dei cambiamenti, come ad esempio una serie di telefonate giornaliere ai parenti per aggiornarli sui progressi ed eventualmente riferire i desideri del paziente.
Pazienti dopo TCSE
I pazienti dopo il TCSE, dovrebbero limitare il più possibile il rischio di esposizione e aderire rigorosamente a pratiche di prevenzione come l'igiene delle mani e il distanziamento sociale. I pazienti che sono stati sottoposti a TCSE devono astenersi dal viaggiare e, se il viaggio è ritenuto assolutamente necessario, si consiglia prediligere auto rispetto al sistema di trasporto pubblico. L'isolamento fisico e sociale, sebbene una pratica abituale per molti pazienti trapiantati, ora deve estendersi ulteriormente e per un periodo di tempo più lungo e il personale infermieristico deve garantire che i pazienti dispongano di indicazioni adeguate per la cura a casa. Tutti i pazienti, compresi quelli senza sintomi, devono essere sottoposti a triage e testati prima di entrare nel reparto/ambulatorio trapianti. Lo spazio adeguato per i pazienti sintomatici in attesa dei risultati dei test COVID-19 deve essere preferibilmente separato dall'unità di trapianto. I pazienti dovrebbero cercare di ridurre al minimo il rischio mediante isolamento a casa 14 giorni prima dell'inizio del condizionamento del trapianto. Le visite cliniche non necessarie dovrebbero essere evitate.
GESTIONE DEL COVID-19
Pazienti con infezione da SARS-CoV-2
I pazienti positivi per SARS-CoV-2 non devono essere trattati in stanze con flusso d'aria laminare o altre stanze (HEPA) a pressione positiva a meno che la ventilazione non possa essere disattivata. Tutti i pazienti positivi per SARS-CoV-2 delle vie respiratorie superiori, ad esempio, devono essere sottoposti a imaging toracica, preferibilmente mediante TC, e valutazione della compromissione dell'ossigenazione. Il lavaggio broncoalveolare di routine non è raccomandato se un paziente è risultato positivo alla SARS-CoV-2 dato il rischio di trasmissione tra gli operatori sanitari, a meno che non si sospetti una coinfezione.
Trattamento di pazienti sottoposti a trapianto e sottoposti a terapia CAR-T cell positivi COVID-19
Attualmente non esistono opzioni terapeutiche approvate in Europa e non esiste un vaccino disponibile. Diversi farmaci sono stati studiati nei precedenti focolai di coronavirus (SARS-CoV e MERS-CoV) e sebbene alcuni benefici siano stati dimostrati, i dati sono inconcludenti. La terapia deve essere somministrata in stretta collaborazione con specialisti in malattie infettive. Nonostante l'approvazione della FDA di Remdesivir, non è ancora chiaro se e quando dovrebbe essere usato in modo ottimale. Successivamente, nel corso dell'infezione, la terapia antinfiammatoria con corticosteroidi e/o Tocilizumab ha dimostrato di essere utile nei pazienti non sottoposti a trapianto. La terapia di supporto è cruciale tra cui la ventilazione non invasiva e gli anticoagulanti per prevenire complicanze tromboemboliche, che possono essere frequenti e gravi nei pazienti con COVID. Attualmente si raccomanda di continuare la profilassi / trattamento immunosoppressivo poiché non esistono dati a supporto della riduzione dell'immunosoppressione che potrebbe invece causare danni.
La pandemia COVID-19 ha comportato sfide senza precedenti per i programmi di trapianto e per i medici e gli operatori sanitari che si occupano di TCSE. La continua collaborazione nazionale ed internazionale per aumentare le nostre conoscenze è fondamentale come è fondamentale rafforzare la rete, la condivisione delle informazioni e delle esperienze.
Questa pandemia ci ha trovati impreparati; fronteggiare l’emergenza sanitaria ha richiesto uno sforzo fuori dal comune e medici e infermieri hanno combattuto sul fronte, in prima linea, senza risparmiarsi mai, tra paure, dolore, sofferenza e senso di impotenza. Ma tutto questo ci ha insegnato molto: in primis che i sistemi sanitari vanno salvaguardati , che il lavoro di medici e infermieri ha fatto la differenza e che per noi infermieri acquisire competenze sempre più avanzate deve essere parte integrante e caratterizzante dei nostri percorsi di formazione, per non dimenticare …per non essere dimenticati.
2. Yang J, Zheng Y, Gou X, Pu K, Chen Z, Guo Q, et al. Prevalence of comorbidities in the novel Wuhan coronavirus (COVID-19) infection: a systematic review and meta-analysis. Int J Infect Dis. 2020.
3. Liang W, Guan W, Chen R, Wang W, Li J, Xu K, et al. Cancer patients in SARS-CoV-2 infection: a nationwide analysis in China. Lancet Oncol. 2020;21:335–7.