Nursing Coordination e Trapianto di CSE
Con la crescita sostanziale dell’attività trapiantologica, grazie al perfezionamento della tecnica aploidentica e non solo, è nata l’esigenza di istituire una nuova figura specialistica che possa essere un tramite tra il paziente sottoposto a trapianto di cellule staminali emopoietiche ed eventuale donatore familiare o non familiare, coordinandone tutto il processo. Un infermiere competente e formato in modo adeguato può sicuramente ricoprire questo ruolo molto delicato. In questo articolo si cerca di delineare in modo più approfondito il ruolo e gli ambiti in cui questa figura dovrebbe muoversi. É un articolo pubblicato da colleghi francesi, su rivista cartacea e in lingua francese, narra l’esperienza dei colleghi alle prese con questo nuovo ruolo.
L’infermiere coordinatore del trapianto (TC) è un ruolo essenziale per organizzare e armonizzare le cure del donatore e del ricevente di cellule staminali emopoietiche, dovrebbe occuparsi di fornire adeguate informazioni su tutto il percorso trapiantologico assistendo il ricevente e il donatore in tutte le sue fasi. Infatti, spesso i percorsi sono frammentati e slegati fra loro, con il rischio di non essere sempre al massimo dell’efficacia, soprattutto nel follow-up, dove il paziente potrebbe cronicizzarsi ed essere estremamente fragile.
Dal 2018 questa figura è stata coinvolta anche nella ricerca dei donatori intra-familiari, nell’organizzazione del prelievo di midollo o raccolta di cellule staminali periferiche. La funzione di coordinamento comporta un ruolo di informazione, programmazione, consultazione, educazione e un attento lavoro di collaborazione soprattutto col medico trapiantologo e i vari specialist. É coinvolto nella creazione di strumenti informativi per il paziente e il donatore che vengono valutati al fine di avere una conoscenza accurata delle esigenze dei pazienti. Un TC partecipa attivamente al processo JACIE di accreditamento dei centri trapianti scrivendo e valutando le SOP.
Ruolo informativo e organizzativo
Durante il colloquio iniziale col paziente il ruolo dell’infermiere coordinatore è valutare quanto il paziente sa del suo programma trapiantologico e quanto sia consapevole dei rischi in cui si incorre. L’obiettivo è fornire delle informazioni adeguate, le informazioni che il paziente è in grado di comprendere in quel momento, deve essere per il paziente una risorsa da utilizzare anche in caso di difficoltà. L’empatia, la benevolenza e la capacità di rassicurare sono essenziali durante questo percorso di accompagnamento. Un rapporto di interscambio reciproco e fiducia sono aspetti fondamentali da conquistare.
Inoltre, pianifica tutti gli esami di screening pre-trapianto sia del donatore (se familiare) sia del ricevente; Organizza il ricovero del donatore nel caso fosse previsto l’espianto in narcosi; Partecipa alla riunione di programmazione multidisciplinare settimanale del trapianto allogenico per seguire l’avanzamento del dossier di pazienti in attesa di allotrapianto: progressione nella ricerca del donatore, status della malattia, nuovi pazienti da prendere in carico.
L’obiettivo successivo è effettuare un incontro informativo col paziente e l’eventuale caregiver che lo seguirà anche al domicilio nel follow-up. Quindi, si occupa anche di: Fornire informazioni adeguate, a seconda delle esigenze, delle tappe dell’ospedalizzazione, delle possibili complicanze precoci e tardive e talvolta gravi; Verificare l’attendibilità del caregiver che affiancherà il paziente in tutto il percorso.
Riassumendo, il colloquio si articola attorno a 3 punti: rispondere alle domande del paziente, fornirgli le informazioni adeguate e verificare la corretta comprensione durante tutta la durata del colloquio, in stretta collaborazione con il medico responsabile.
Nei giorni che precedono la dimissione il coordinatore realizza il colloquio di fine trapianto in presenza e con la partecipazione di un parente/persona vicina dedita ad assistere il paziente nel post trapianto, in collaborazione stretta con l’equipe infermieristica. Tra i punti essenziali da affrontare: educazione terapeutica, prevenzione nell’individuare i segni precoci di complicanze, in particolare la malattia del trapianto contro l’ospite e infezioni legate all’immunosoppressione. Sarà punto di riferimento continuo per un periodo di almeno 100 giorni, seguendone le evoluzioni e l’insorgenza di eventuali complicanze, mantenendo una rete fitta organizzata di consulenti quando necessari.
Il ruolo e il grado di coinvolgimento del coordinatore nella presa in carico del paziente post trapianto viene svolto in modo pragmatico, secondo la situazione clinica del paziente, le eventuali complicanze e i trattamenti che deve ricevere. Se la partecipazione alle visite non è ritenuta giustificata per alcuni pazienti il coordinatore si astiene ma resta comunque rintracciabile, disponibile e continua a fare da tramite con il medico trapiantologo e gli altri erogatori di servizi.
Per l’infermiere è sicuramente un opportunità per ampliare e approfondire le proprie competenze specialistiche e valutare i diversi aspetti del percorso di cura e della presa in carico del paziente.
La diversità delle mansioni attribuite a questo ruolo ne fa la sua ricchezza. Da inoltre forma a nuove competenze in termini di organizzazione, comunicazione e ragionamento clinico e in termini di capacità a collaborare intelligentemente con multipli interlocutori tra cui i medici trapiantologi. E’ un ruolo che mira ad assicurare cure di alta qualità, personalizzate e continuità assistenziale
Avrà la giusta collocazione in nuovo assetto organizzativo dove il lavoro di squadra sarà fondamentale, sicuramente per un centro con attività trapiantologica e terapia cellulare numerosa un'unica figura non può essere sufficiente.