GvHD oculare: e se provassimo con le lenti a contatto?

Come le lenti a contatto mini-sclerali possono migliorare la vista e la qualità di vita nel paziente con GvHD oculare: l’esperienza tedesca di Friburgo

Keye P, Issleib S, Gier Y, et al. Visual and ocular surface benefits of mini-scleral contact lenses in patients with chronic ocular graft-versus-host disease (GvHD). Sci Rep. 2024;14(1):25254. doi:10.1038/s41598-024-76249-5 

La graft-versus-host disease (GvHD) oculare è una complicanza frequente del trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (TCSE) che si caratterizza per una severa forma di occhio secco. Il trattamento per la GvHD oculare consiste nella lubrificazione dell’occhio con lacrime artificiali, nell’inserimento del punctual plug (piccolo dispositivo in silicone che blocca il drenaggio del condotto lacrimale), nella riduzione dell'infiammazione con steroidi topici e ciclosporina collirio e nell’uso di sieri autologhi per favorire l’epitelizzazione oculare (1). Nelle forme più severe in cui non è possibile una lubrificazione ottimale della superficie oculare, le lenti a contatto sclerali si stanno rivelando una valida opzione terapeutica, nonostante la maggior parte delle evidenze si riferiscano ad altre patologie oculari (2) Tra le lenti sclerali, vi sono le lenti mini-sclerali che ricoprono la sclera per un diametro fino a 6 mm superiore al diametro dell'iride, per evitare l'evaporazione e proteggere la superficie oculare da dolorosi danni epiteliali o dalle infezioni. Prima del loro posizionamento, la lente viene riempita con soluzione salina o collirio, creando una sorta di riserva idrica tra la superficie oculare e la lente.

Lo scopo di questo studio retrospettivo condotto presso l’ambulatorio del Centro oftalmologico dell’ospedale universitario di Friburgo era quello di valutare l'effetto delle lenti a contatto mini-sclerali sull'acuità visiva (misurata con il test di Snellen, con correzione ottica completa), sulla qualità di vita associata alla vista (Ocular Surface Disease Index, OSDI) e sulla superficie oculare (Oxford Grading Scale) dopo applicazione di fluoresceina, misurate prima e dopo l’applicazione delle lenti, nei pazienti con GvHD oculare cronica severa (3).  

Sono stati inclusi 31 pazienti (62 occhi) con GvHD oculare cronica che sono stati educati ad applicare lenti mini-sclerali, costituite da un materiale altamente permeabile al gas composto da un copolimero di siloxanil fluorometricato, personalizzate sui diversi parametri oculari e con diametro massimo di 16.5 mm. L’utilizzo discontinuato delle lenti mini-sclerali è stato osservato nel 22.6% del campione per motivi oggettivi e clinici. Il tempo mediano di follow-up è stato di 717.5 giorni. Non sono stati registrati eventi avversi attribuiti all'uso delle lenti mini-sclerali. La maggior parte dei pazienti ha mostrato un aumento dell'acuità visiva con le lenti mini-sclerali all'ultima visita di follow-up, con una frazione mediana di Sneller migliorata a 20/25 in chi portava le lenti rispetto a 20/40 in chi indossava gli occhiali; il miglioramento è stato significativo soprattutto in chi partiva con una frazione iniziale bassa. La qualità di vita associata alla vista è migliorata in quasi tutti i pazienti, con un punteggio mediano da 73 a 27 ed anche i pazienti con un impatto severo e moderato sulla qualità di vita ne hanno beneficiato ugualmente. Infine, la quantità di colorazione corneale con fluoresceina è migliorata nella maggior parte dei pazienti, con un Oxford grade mediano diminuito da 3 a 1.

Nonostante i limiti dati dalla natura retrospettiva, questo studio è il primo ad esplorare i benefici delle lenti a contatto mini-sclerali nel paziente con GvHD oculare severa con lungo periodo di follow-up in termini di miglioramento della vista, qualità della vita correlata e superfice oculare. L’infermiere, grazie al suo ruolo educativo anche nel follow-up del paziente trapiantato, può proporre questa soluzione ai pazienti con GvHD oculare cronica severa e poco responsivi ai trattamenti convenzionali, educandoli al corretto utilizzo e valutandone e promuovendone l’aderenza.

  • A cura di
    Chiara Visintini, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Udine, CIC 705 in collaborazione con Marco Cioce
  • Pubblicato
    23 Dicembre 2024