CAR-T cell therapy: Non solo Linfoma Non-Hodgkin
Gli autori presentano i risultati di due studi di fase I/II condotti parallelamente in due centri indipendenti su 41 pazienti affetti da linfoma di Hodgkin recidivato/refrattario (RR HL), sottoposti a terapia con Anti-CD30 CAR-T cells, infuse dopo un regime di linfodeplezione, dimostrando un elevato tasso di risposte globali e complete e un ottimo profilo di sicurezza, aprendo la strada a queste terapie anche nei pazienti con RR HL
Il linfoma di Hodgkin è una patologia ampiamente curabile con la terapia di prima linea, tuttavia circa il 15% dei pazienti fallisce questo trattamento. Il gold standard per i pazienti recidivati/refrattari è rappresentato da chemioterapia ad alte dosi seguita da trapianto autologo di cellule staminali. Tuttavia circa la metà di questi pazienti fallisce la terapia di salvataggio con una prognosi sfavorevole nonostante le terapie con anticorpi monoclonali e inibitori degli immuno check-point.
La terapia con CAR-T cells può essere efficace anche nei pazienti con linfoma di Hodgkin recidivato/refrattario? Prima di questo studio, solo 2 piccoli trial di fase I erano stati pubblicati: uno studio su 7 pazienti che non avevano ricevuto linfodeplezione prima delle CAR-T cell ed uno studio cinese su 16 pazienti, riceventi diversi schemi di linfodeplezione. Entrambi gli studi avevano mostrato efficacia limitata con soli due casi di remissioni complete. Gli autori hanno condotto due studi di fase I/II parallelamente in due centri indipendenti, per valutare sicurezza ed efficacia della terapia con CAR-T cells anti-CD30 in RR HL, dopo un regime di linfodeplezione con bendamustina, bendamustina + fludarabina o fludarabina + ciclofosfamide.
41 pazienti affetti da RR HL pesantemente pretrattati sono stati trattati con anti-CD30 CAR-T cells. Il numero mediano delle linee terapeutiche precedenti era 7 (range 2-23), incluse brentuximab vedotin, PD1/PDL1 inibitori e trapianto autologo o allogenico. La tossicità più comune è stata ematologica di grado 3-4. Una sindrome da rilascio citochinico è stata osservata il 10 pazienti, sempre di grado 1. Non sono state osservate tossicità neurologiche. Nei pazienti riceventi una linfodeplezione con schemi contenenti fludarabina, il tasso di ORR è stato 72%, con 59% CR. 1year-PSF e 1year-OS osservate sono state rispettivamente 36% e 94%. L’espansione in vivo delle CAR-T cells correla con la dose di cellule infuse.
Al momento, prima di poter modificare la nostra pratica clinica, dovremo aspettare studi di fase 2/3 su coorti più ampie, che confermino i dati riportati da questo trial. Questo studio dimostra che una terapia con CAR-T cells anti CD30 è sicura e potenzialmente efficace in pazienti con HL, anche pesantemente pretrattati ( con brentuximab vedotin, PD1/PDL1 inibitori e trapianto autologo e/o allogenico ) e pone le basi per indagare il ruolo di questa terapia anche in fasi più precoci in pazienti con HL RR, che pur essendo rari, rappresentano ad oggi un importante unmet clinical need.